Oggi 21 febbraio, in occasione della giornata internazionale della lingua madre e del centenario della sanguinosa battaglia di Verdun, l’Associazione Nitobe richiama l’attenzione su un caso di discriminazione linguistica in Europa. Il programma Erasmus+, creato dalla Commissione europea e dotato di un bilancio di 15 miliardi di euro, permette alle associazioni e cittadini europei di chiedere un sostegno finanziario per l’organizzazione di scambi formativi e partenariati internazionali parteciparvi per finanziare i propri progetti. Le nuove linee guida del programma per il 2016, però, sono state pubblicate solo in lingua inglese, una lingua sconosciuta al 72% degli europei non nativi secondo i dati Eurobarometro, e le traduzioni sono arrivate tardivamente e a ridosso dei termini per la presentazione di domande di progetto. Ciò ha costituito una grave violazione della parità fra cittadini in materia di accesso alle opportunità di finanziamento europee, e ha generato un indebito privilegio per gli anglofoni madrelingua. Il programma Erasmus+ è finanziato col denaro delle tasse di tutti i contribuenti europei, ma finisce che se ne avvantaggiano prevalentemente i britannici e gli irlandesi. L’Europa è nata per neutralizzare le spinte egemoniche di una nazione sulle altre, di una cultura sulle altre. Questo ci insegna Verdun: rispettare la parità fra le lingue è il modo per garantire la pace linguistica in Europa.