Il governo italiano ha purtroppo scelto di aderire al progetto di brevetto unico europeo, accettando il ricatto della cooperazione rafforzata lanciata nel 2011 dagli altri partner europei, e questo nonostante il parere contrario di molte associazioni di categoria come il Collegio Italiano dei Consulenti in Proprietà Intellettuale. Si tratta di un grave errore. Entrare nel brevetto unico europeo significa si fatto riconoscere validità giuridica sul territorio italiano a dei documenti redatti in inglese, francese e tedesco, violando la certezza del diritto. Inoltre, ciò significa che una azienda tedesca potrà brevettare in Italia senza alcun onere di traduzione dell’invenzione, il che scarica i costi informativi sugli inventori italofoni concorrenti, i quali invece oggi possono avvalersi delle traduzioni pagate proprio dai titolari dei brevetti che convalidano il brevetto in Italia. Infine, le aziende dei paesi aderenti al brevetto univo saranno soggette a una giurisdizione unificata europea in caso di contraffazione; questo implica che le piccole e medie imprese italiane saranno costrette a difendersi in una lingua che non capiscono o che capiscono male. Il tutto deve ancora passare per un iter parlamentare ed è forse l’ultima chance di bloccare questo grave errore. L’Associazione Nitobe chiede ai politici italiani un gesto di responsabilità e quindi di respingere questa iniziativa di governo.