La Federazione Esperantista Italiana (www.esperanto.it) e l’associazione Nitobe per la democrazia e la giustizia linguistica (www.nitobe.it) richiamano la Commissione europea al rispetto sostanziale dei diritti linguistici dei cittadini europei, in particolare per quanto riguarda il programma ERASMUS+. Esso è una fonte di sostegno finanziario fondamentale per molti attori collettivi ― come ad esempio, associazioni giovanili internazionali ed organizzazioni non governative ― impegnati nella costruzione europea. Erasmus+ è quindi un programma aperto teoricamente a tutti, ma la Commissione europea ha preferito invece renderlo accessibile a pochi pubblicando le linee guida (più di 200 pagine) e i documenti obbligatori per la registrazione solo in inglese Secondo fonti ufficiali, le traduzioni nelle altre lingue ufficiali dell’Unione sono previste per un secondo momento, in aprile saranno disponibili i testi in francese ed in tedesco, le altre solo a maggio. Le prime scadenze per le domande di progetto, tuttavia, sono già a fine marzo 2014. E’ evidente che le linee guida e i documenti preparatori dovrebbero essere disponibili lo stesso giorno in tutte le lingue ufficiali dell’Unione, per permettere a tutti di accedere a Erasmus+ su un piano di parità. La Commissione deve al più presto porre riparo a questa situazione incresciosa. Delle due l’una: o le linee guida sono un documento inutile o risulta inevitabilmente danneggiato chi deve presentare la propria proposta senza poterle utilizzare. La Federazione Esperantista, Nitobe ed altre associazioni hanno evidenziato la discriminazione e numerosi Parlamentari europei, non solo italiani, si sono fatti portavoce di questo malessere presentando interrogazioni alla Commissione e prospettando la necessità di rendere pubbliche le traduzioni dei documenti e posticipare le scadenze dei bandi per permettere a tutti di partecipare in modo equo a Erasmus+. La Commissaria Androulla Vassiliou ha risposto chiarendo che le candidature possono essere presentate in qualsiasi lingua ufficiale. Pertanto, non si ritiene che alcun gruppo di candidati potenziali sia stato messo in posizione di svantaggio. Androulla Vassiliou, tuttavia, ammette che la guida è per il momento disponibile soltanto in inglese e si tratta di un documento voluminoso. È evidente quindi che non tutti sono stati messi sullo stesso piano. La Commissione non ritenendo indispensabile ritardare l’indizione del primo invito in attesa della traduzione della guida al programma ha deliberatamente scelto di discriminare gli europei sulla base della loro lingua materna. La Federazione Esperantista Italiana e Nitobe auspicano che la Commissione si attivi per garantire a tutte le associazioni dell’Unione l’equo accesso e partecipazione al programma ERASMUS+. Ringrazia, inoltre, i propri rappresentati presso il Parlamento europeo che si sono mostrati sensibili alla tematica dei diritti linguistici e sottolinea che l’art. 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sancisce il diritto a non essere discriminato in base alla lingua. E’, quindi, necessario sviluppare politiche reali che permettano a ogni comunità di usare la propria lingua madre, il più ampiamente e frequentemente possibile. L’esperanto, nella sua centenaria storia, si è sviluppato come seconda lingua per tutti, fondamento neutrale per la comunicazione tra persone di culture diverse. Secondo la Federazione Esperantista Italiana, tale principio etico di democrazia linguistica risponde alle esigenze dei cittadini dell’Unione Europea.